Fratelli e sorelle dello stesso Gesù (18-25 gennaio 2021 - settimana di preghiera per l'unità dei cristiani)
Dal 18 al 25 gennaio 2021 si celebra la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Riportiamo un intervento di Enzo Bianchi su Famiglia Cristiana del 17 gennaio 2021.
Fratelli e sorelle dello stesso Gesù
di Enzo Bianchi
Fu Giovanni XXII a intravedere nel dialogo tra cristiani separati un segno dei tempi cui occorreva fare obbedienza: per la prima volta il Papa di Roma incontrava il Primate della Chiesa anglicana e invitava le Chiese non cattoliche a inviare delegati al Concilio da lui indetto.
Proprio il Concilio sancì una nuova stagione per l'ecumenismo, fornendo un'altra visione dei cristiani che fino ad allora venivano definiti scismatici o eretici: si tratta invece, innanzitutto, di fratelli e sorelle in Cristo, facenti parte dell'unico corpo di Cristo quali battezzati, e nelle loro Chiese vi è la presenza di mezzi di salvezza.
Paolo VI che accolse l'eredità del Concilio, fornì segni convincenti di questo nuovo cammino intrapreso dalla Chiesa cattolica: volle l'annullamento delle scomuniche reciproche con la Chiesa patriarcale di Costantinopoli e incontrò Athenagoras pregando con lui e giungendo insieme quasi a decidere la celebrazione di una comune Eucaristia.
Non va dimenticato il contributo dato da Giovanni Paolo II. E' vero che durante il suo pontificato i rapporti tra le Chiese si raffreddarono: in particolare, le Chiese d'Oriente diffidavano per la sua provenienza polacca e le Chiese della Riforma percepirono in lui un tentativo di ritorno a un confessionalismo cattolico identitario. Tuttavia Wojtyla scrisse l'enciclica "Ut unum sint", nella quale chiese ai cristiani non cattolici di aiutarlo a riformare il papato, progettando un ministero petrino che fosse un vero servizio di comunione accettabile da tutte le Chiese. Tale proposta non ebbe seguito, e cosi iniziò quella che venne definita da molti una stagione di "inverno ecumenico".
Benedetto XVI proseguì con convinzione l'impegno ecumenico, accogliendo la "Dichiarazione comune" della Chiesa cattolica e delle Chiese luterane sulla giustificazione per fede, elaborata qualche anno prima: questo pesante ostacolo che per secoli aveva diviso cattolici e protestanti venne rimosso. Ma la nuova primavera per l'ecumenismo è giunta con papa Francesco, nei primi anni del suo pontificato. Egli ha voluto incontrare quasi tutti i capi delle Chiese, ha fatto un gesto di umiltà per andare incontro al patriarca di Mosca Kirill, ha riconosciuto la presenza cristiana feconda di piccole Chiese fino ad allora ignorate, come la Chiesa valdese. Egli mostra sempre molta attenzione alle Chiese sorelle.
Oggi però tutto sembra essere assopito: non per mancanza di volontà da parte di papa Francesco, ma perché il mondo è cambiato rapidamente e la Chiesa fatica a essere presenza-lievito nelle diverse situazioni storiche e sociali. Soffriamo tutti per il conflitto presente nelle Chiese ortodosse che non sono riuscite a vivere un sinodo veramente pan-ortodosso e che sono lacerate dalla intercomunione eucaristica negata tra Mosca e Costantinopoli. Ma soffriamo anche perché constatiamo che sempre di più cresce I'indifferenza verso l'ecumenismo: pochi ormai credono all'unità visibile e chiedono piuttosto il riconoscimento dell'attuale situazione di unità plurale. Ma la volontà del Signore Gesù è che i suoi discepoli siano visibilmente uno, in una Chiesa di chiese, con un unica professione di fede.
Ci dà però speranza l'attuale testimonianza dei martiri di ogni Chiesa: l'ecumenismo del sangue è decisivo affinché la Chiesa sia una, pienamente fedele al suo Signore.